Il messaggio di Papa Francesco per la V Giornata Mondiale dei Poveri inizia proprio con la frase che ne costituisce la chiave di lettura: “I poveri li avete sempre con voi” (Mc 14,7).
Come sappiamo, Gesù pronunciò queste parole durante un pranzo a Betania, pochi giorni prima della Pasqua, dopo che una donna aveva versato sul suo capo un vaso di profumo prezioso.
Il Papa commenta questo brano del Vangelo evidenziando le due diverse reazioni che il gesto della donna provocò fra i presenti. Da una parte, l’indignazione di alcuni, fra cui anche Giuda, che ritengono che sarebbe stato meglio pensare ai poveri; dall’altra la risposta di Gesù che invece coglie il senso profondo del gesto compiuto dalla donna e vi vede l’anticipo dell’unzione del suo corpo dopo la morte. Non possiamo dimenticare l’espressione conclusiva di Gesù che associa questa donna alla grande missione evangelizzatrice: “In verità vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto” (Mc 14,9).
Tutto ciò ci induce ad una riflessione sul legame tra Gesù, i poveri e l’annuncio del Vangelo.
Ancora una volta, ricordiamoci che i poveri sono evangelizzatori perché ci provocano a riconoscere in loro il volto del Padre, a scoprire Cristo in loro.
Gesù ci ha detto che la presenza dei poveri fra noi è costante ma dobbiamo guardarci dal rischio che ciò diventi prima un’abitudine e poi addirittura indifferenza. I poveri sono membri della comunità, non “problemi da risolvere”, ma fratelli con cui camminare insieme per condividere la sofferenza. Seguire Gesù comporta un cambiamento di mentalità, ovvero è necessario impegnarsi per raccogliere la sfida della condivisione e della partecipazione.
In questi tempi sembra farsi strada una visione della società secondo la quale i poveri costituiscono un peso intollerabile per il sistema economico che mette al centro solo il profitto. “Ma la povertà non è frutto del destino, è conseguenza dell’egoismo” (Messaggio 2021, p.6).
Dobbiamo pensare a processi di sviluppo che valorizzino le capacità di tutti, anche dei poveri. Non dobbiamo mai dimenticare che ad una persona può mancare tutto ma conserva sempre la dignità di figlio di Dio, redento da Cristo. Dobbiamo quindi attuare nuovi modelli sociali che sappiano affrontare le nuove forme di povertà.
L’invito a fare del bene è presente già nell’Antico Testamento (Dt 15, 7-8.10-11), così come nella seconda lettera ai Corinti (2Cor 9, 7) in cui San Paolo esorta i cristiani a dare un aiuto alla comunità di Gerusalemme e a farlo con gioia.
Compito della comunità cristiana è anche accrescere la sensibilità per comprendere le necessità dei poveri, impegnarsi affinché le società che vivono in uno stato di relativo benessere non cadano in forme di rancore, di paura di perdere ciò che pensano di avere.
L’ultimo invito che il Papa fa nel suo messaggio è quello di “aprirsi a un movimento di evangelizzazione che incontri in prima istanza i poveri là dove si trovano” (Messaggio 2021, p.9).
Caritas diocesana di Firenze invita tutti a riflettere sul Messaggio del nostro Pontefice.
1) Con Giuda o con Gesù
C’è qualcuno che può dire di non aver mai pensato come Giuda, cioè di essersi fermato a considerare solo il valore apparente di un’azione, di un gesto?
Invece, quando ci siamo impegnati ad andare “oltre”, a cercare di comprendere le vere ragioni di un gesto, di un comportamento?
2) I poveri ci evangelizzano
Perché devo avvicinarmi a quel povero che puzza, è prepotente, è ubriaco, magari pure bestemmia, chi più ne ha più ne metta?
La risposta diventa possibile se, facendo appello alla fede, riesco a vedere in quel povero una creatura che il Padre ama infinitamente e la per la quale Gesù ha dato la propria vita.
3) Elemosina o condivisione
Fare l’elemosina è sicuramente più facile, è occasionale e spesso anche gratificante.
Ogni gesto di beneficenza però mette in scena due attori, il benefattore e il beneficato, e si corre il rischio che il primo stia su un gradino più alto dell’altro. La condivisione invece è duratura, mette tutti sullo stesso livello e rafforza la solidarietà.
4) Chiunque avrà lasciato case o campi … per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna” (Mt.19,29)
Se non ci lasciamo pervadere dalla grazia di Cristo non riusciremo mai a vivere secondo il suo insegnamento, liberi da ricchezze effimere ma capaci di donare la vita per amore Suo.
5) Un senso di frustrazione
Ci capita spesso davanti ai poveri di sentirci inadeguati, incompetenti, e allora ci accontentiamo di studiare statistiche, fare qualche documentario commovente.
Non potremmo fare di meglio? Per esempio inventarci qualcosa, qualsiasi cosa che possa risollevarli e promuoverli?
6) Giovani e Servizio
Nella tua realtà giovanile, ti sei mai chiesto chi sono i bisognosi? Sono solo i poveri o ciascuno di noi ha bisogno di qualcosa? Nel momento in cui mi riconosco bisognoso come gli altri sento uno spirito di vicinanza verso il prossimo. Ascolto sempre le richieste di aiuto degli altri? Come posso rispondere ai loro bisogni inascoltati?
LA CELEBRAZIONE DEL VESCOVO
Il nostro Arcivescovo di Firenze, il Cardinale Giuseppe Betori, celebrerà La Santa Messa della “V Giornata Mondiale dei Poveri“, insieme alla Comunità parrocchiale di San Piero in Palco domenica 14 novembre, alle ore 10.30.
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