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“Sono Rohan, ho 48 anni e mi trovo alla struttura per l’emergenza freddo. Vivo e ho lavorato qui in Italia da quasi 30 anni. Prima avevo una casa, ora mi ritrovo senza un centesimo in tasca, però non voglio elemosine, perché mi sembrerebbe brutto chiederle. L’unica persona che mi ha aiutato e mi ha fatto venire qui è stato un avvocato, che mi ha tolto dalla strada. Per farmi vivere mia madre mi spedisce dei soldi dal mio paese, lo Sri Lanka, invece mia sorella, che sta qui a Firenze, non li può più mandare perché mio cognato non vuole e lui mi ha anche picchiato per questo. Ora non ho nemmeno più contatti con mia sorella, altrimenti mio cognato si arrabbierebbe e mi farebbe di nuovo del male. Sono però grato all’operatore di questa struttura: tutte le mattine mi abbraccia come un padre, un padre che non ho mai conosciuto, mi dà un aiuto ad essere uomo, è una bravissima persona e mi vuole molto bene.
Un ricordo bello e particolare è quando stavo a casa mia con i miei gattini. Ora vorrei tornare in una mia casa, trovare un lavoro e vivere una vita migliore.
Mi piacerebbe andare in Sri Lanka, dalla mia mamma. Le voglio molto bene e lei lo vuole a me. Qui in Italia ho molte preoccupazioni, e mi rifugio nel bere, mentre lì sono tranquillo e non ho bisogno di altro.”