Covid-19 e nuove povertà. Il sesto Report della Caritas diocesana
Verrà celebrata domenica 15 novembre la IV Giornata mondiale dei poveri. A Firenze, alla Badia Fiorentina, la messa delle ore 9 sarà presieduta dall’arcivescovo, il cardinale Giuseppe Betori e, al termine della celebrazione, verranno distribuiti i panini benedetti nel solco della tradizione inaugurata da La Pira con la messa dei poveri di San Procolo.
Il titolo del messaggio del Papa che accompagnerà la giornata sarà “Tendi la tua mano al povero”, un versetto del Siracide che, come dice il direttore della Caritas diocesana, Riccardo Bonechi, “rende bene la concretezza e la praticità della nostra missione che è quella dell’accoglienza e della vicinanza ai poveri”. Vicinanza ancora più necessaria in questo momento di pandemia, “che rende la solidarietà e la volontà di aprirsi all’altro temi fondamentali”. “Nel documento del Papa – continua il direttore della Caritas – è significativo l’invito a riconoscere i santi della porta accanto, riflesso della presenza di Dio in chi si fa prossimo di chi ha subito la perdita del lavoro o dell’abitazione perché non più in grado di pagare l’affitto”.
Ed è proprio in occasione della GMP 2020 che la Caritas presenta i dati del sesto Report realizzato con la Fondazione Solidarietà Caritas Onlus, dal titolo “Un’estate anomala: le nuove sfide e la risposta attenta ai bisogni emersi. I dati di maggio - ottobre 2020: un aggiornamento del profilo povertà e dei servizi attivati/rimodulati”. Un appuntamento mensile che offre un quadro aggiornato su come la pandemia ha cambiato il tessuto sociale del nostro territorio, partendo dalla banca dati MIROD e da interviste a operatori e volontari impegnati sul campo.
L’iniziativa, a cura dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse, nasce all’indomani della crescente domanda di aiuto causata dall’emergenza sanitaria, per rilevare e rispondere alle situazioni di disagio e vulnerabilità del territorio.
“Il sesto Report – dichiara Giovanna Grigioni, referente Osservatorio Caritas – racconta che cos’è accaduto nella nostra diocesi in questi mesi dedicando un approfondimento ai ‘nuovi poveri’ e a quella che definiamo ‘un’estate anomala’. Rispetto agli anni passati infatti, il numero delle persone che si sono rivolte ai Centri d’Ascolto non solo non è diminuito, ma tra maggio e luglio, ha addirittura registrato una quota superiore di oltre 700 unità rispetto allo stesso periodo del 2019 (+36,2% a giugno e +60,9% a luglio). Per poi proseguire sempre con numeri elevati (+19,1% agosto), e tornare a segnare un forte stacco negativo a ottobre”.
Giovanna Grigioni ha poi proseguito affermando che: “se da un lato, attraverso la lettura dei dati, emerge un quadro complesso ed articolato del nostro territorio diocesano, dall’altro troviamo l’instancabile voglia di operatori e volontari di restare vicino a chi si trova in situazioni di svantaggio”. E ha concluso: “i ‘segni dei tempi’ ci indicano che è il momento di realizzare una società in grado di assicurare una vita dignitosa a tutti comprese le generazioni future”.
Lo studio dell’Osservatorio Caritas. Un quadro d’insieme.
La ricerca condotta dall’Osservatorio delle povertà e delle risorse, evidenzia come anche nella nostra diocesi, il Covid-19 abbia avuto un impatto fortemente negativo sul tessuto sociale, che non ha visto segnali di ripresa all’indomani delle riaperture estive. Il primo elemento che emerge dal confronto tra i dati raccolti tra maggio e ottobre 2020 e quelli dello stesso periodo del 2019 è l’aumento (pari al 9,5%) delle presenze complessive ai Centri d’Ascolto, che passano da 10.188 a 11.152 così come del numero delle richieste dei servizi Caritas, che sale da 3.106 a 3.565 (+14,7%). Tra i più colpiti gli italiani, che passano dal 24% del 2019 al 35,7%, contro una flessione degli stranieri pari al 3% del totale.
Riguardo le principali caratteristiche socio anagrafiche, lo studio sottolinea come a crescere siano soprattutto le donne a chiedere aiuto, che raggiungono il 60,8% del totale, di cui il 27% è di nazionalità italiana. In merito all’età, la ricerca registra un picco nella fascia 35-44 anni, e un consistente incremento relativo a quella 45-54. Una caratterizzazione che si associa all’aumento della componente dei coniugati che passa dal 46% al 52% e risulta lievemente più alta per le donne. Secondo lo studio Caritas, questo prefigura situazioni di crescente disagio da parte di nuclei familiari con figli a carico.
Un ulteriore dato da evidenziare riguarda la condizione abitativa, che vede l’aggravarsi della situazione per chi, prima della pandemia, viveva in una relativa, per quanto fragile, stabilità: aumenta, infatti, la percentuale di coloro che abitano in affitto (dal 24% del 2019 al 39% del 2020) e che non riescono a far fronte alle spese di locazione. Molti sono i lavoratori del settore turistico, alberghiero, della ristorazione, piccoli commercianti che si sono trovati all’improvviso senza un’occupazione o con una riduzione della stessa e quindi con un reddito insufficiente per far fronte alle normali esigenze di vita quotidiana (dal 46,2% del 2019 al 56,2% del 2020).
La tempestività dei servizi attivati da Caritas
In questo contesto, fa notare lo studio, sono stati numerosi e diversificati gli interventi della rete Caritas: la vivacità delle iniziative e le opere realizzate da operatori e volontari di fronte alle sfide incontrate, hanno permesso di restare accanto agli ultimi e alle persone in difficoltà con “strumenti” nuovi o adattati alle necessità contingenti.
Tra le prime azioni messe in campo, la distribuzione di generi alimentari, che da maggio a ottobre ha visto l’erogazione di 3.960 prestazioni relative a beni e servizi materiali (di cui 3.920 per viveri e 40 per viveri a domicilio), pari al 35,5% di tutti gli interventi operati dalla diocesi (11.152). La stessa quota ammontava lo scorso anno a 1.961 (1.723 pacchi viveri e 238 viveri a domicilio), pari al 12,2% del totale (10.188).
Ma non è finita qui, la Caritas di Firenze ha anche attivato un sostegno economico specifico, il Fondo diocesano di solidarietà Emergenza Covid19, con l’obiettivo di contribuire a coprire le spese più urgenti (affitto di immobili, rate del mutuo, utenze, acquisti utili alla ripartenza dell’attività). Il Fondo, tutt’ora attivo, interviene erogando contributi mensili a sostegno del reddito: l’importo massimo previsto per i nuclei familiari è di 1.500€ (in erogazioni mensili di 300€); e di 1.000€ per singoli (in erogazioni mensili di 200€).
Oltre al Fondo la Caritas ha offerto anche opportunità di reinserimento lavorativo attraverso un progetto in collaborazione con GI GROUP, azienda di livello nazionale che già da tempo collabora con le diocesi umbre. Il bando prevedeva l’attivazione di 15 borse lavoro destinate alle persone che si sono rivolte ai Centri d’Ascolto a causa dell’emergenza coronavirus, e che, attraverso un percorso di affiancamento e selezione, si sono dichiarati disponibili a ricollocarsi nel mondo del lavoro orientando diversamente le proprie professionalità e competenze.
In conclusione lo studio evidenzia che, se durante il lockdown, a predominare era stata la fragilità delle risorse alimentari, in questa seconda fase i Centri d’Ascolto e le Caritas Parrocchiali si sono trovati sempre di più ad affrontare l’onda lunga della crisi economica che si è manifestata attraverso nuove richieste legate in particolare al pagamento delle utenze e dell’affitto.